Questo mese, dopo l’imprevedibile ricaduta nel Covid dell’artista del mese di maggio, mi sono visto costretto – causa l’impossibilità di trovare un-una sostituto-a in tempi ristretti – ad anticipare il Numero Speciale programmato per il mese di giugno per festeggiare il 120° numero di icsART. Questo di maggio, è in realtà il 119esimo numero ma, per ragioni di forza maggiore, vi si trova la mia intervista che racconta – con un mese di anticipo – dei 120 numeri raggiunti.
Questa “celebrazione” è doverosa dopo i due anni trascorsi di pandemia i quali, limitando qualsiasi rapporto, sono stati difficili per tutti e ancor più per una rivista che si basa sulle interviste. Se consideriamo l’ulteriore stress provocato dal nostro coinvolgimento – in teoria indiretto – nel conflitto ucraino, ce n’è abbastanza per cominciare a ritenere l’arte del tutto ininfluente sulla vita delle persone e soprattutto dei pochissimi che decidono il nostro futuro.
Festeggiare il 120esimo numero di icsART in questo momento è quindi, innanzitutto un atto di fiducia nel futuro ed equivale a sottoscrivere il proposito coniato da Romain Rolland di fondere “pessimismo dell’intelligenza e ottimismo della volontà”. Anche se di entrambi, se ne vedono pochi in giro.
icsART è il tentativo di far parlare in prima persona gli artisti della nostra regione per tornare a un’idea di arte aperta e accessibile a tutti. Un’arte che serva a dare, perché no, un’emozione e un po’ di felicità a chi la guardi, magari desiderando di mettersela in casa. Non solo un bel oggetto da guardare e, magari, ammirare oppure una “merce” come tante altre, soggetta alle spinte e alle influenze commerciali, ma la testimonianza di ideali, valori, ambizioni e speranze dei tanti artisti che si mettono in gioco credendo in un’idea più nobile dell’Arte.
Per queste ragioni vale la pena di resistere alla tendenza al conformismo o alla omologazione e ricordare che esistono tanti punti di vista, critici, alternativi o anche solo diversi, rispetto alla mera subordinazione al pensiero unico imperante.