Con questo numero 12 di dicembre intitolato “Ultimo ma non l’Ultimo”, si conclude l’avventura di icsART. Un traguardo raggiunto dopo undici anni di lavoro – dall’agosto 2012 al 30 dicembre 2022 – con un totale di 125 riviste pubblicate che, anche simbolicamente, arrivano alla fine di un periodo travagliato di tre anni di pandemia e nel pieno di una guerra economica che, stante la nota intelligenza della classe politica, potrebbe durare ancora a lungo o addirittura aggravarsi ulteriormente.
In attesa della fine di un conflitto che non dipende nè dagli europei, assolutamente ininfluenti, nè dagli ucraini, che sono sacrificabili, ma dalle decisioni di Stati Uniti e Russia non sembrano aver alcun interesse a finire presto lo scontro. È ormai chiaro che, comunque vada, è finita un’epoca e se si arriverà a un qualsivoglia tipo di tregua, nulla tornerà più allo stato precedente.
Men che meno l’Italia che da lungo tempo ha imboccato la strada della irrilevanza e deve sopravvivere s-vendendo i suoi servizi a vecchi e nuovi potenti. Si sa che il nostro non è un paese per giovani perché composto da vecchi e da giovani precocemente invecchiati, entrambi mitridatizzati da un sistema che frena qualsiasi cambiamento che possa mettere in discussione lo status quo. La tecnica di manzoniana memoria del “sopire e troncare, del troncare e sopire” funziona immutata ancor oggi: rassicurando gli anziani con una narrazione edulcorata dalla propaganda-pubblicità e sedando i giovani con il miraggio di un consumismo edonistico-narcisista infinito che maschera un futuro di lavoretti precari e sottopagati.
Dopo la ritirata del Banchiere Solo al comando, è arrivata la Donna Sola al comando ma è fin troppo facile prevedere che anche questa Destra-Destra non combinerà nulla di positivo. In conseguenza delle sanzioni di guerra che ci siamo “auto-inflitti” come da ordini della Nato, 30 miliardi della manovra del nuovo governo verranno bruciati per far fronte al caro energia mentre ogni mese l’inflazione si mangerà il 12% dei soldi degli italiani. E chi non lavora o non ce la fa, entra a far parte dell’esercito dei 5.571.000 di poveri assoluti toccati nel 2021.
Mai come ora siamo chiamati a decidere tra Eros o Thanatos, tra la pulsione verso la forza capace di creare la vita e la pace oppure la pulsione che ci spinge alla morte e all’autodistruzione.