Il tema del rapporto dell’uomo con la natura sarà centrale negli anni a venire a causa delle crisi che, inevitabilmente, produrrà uno sviluppo economico globalizzato mosso solo dalla massimizzazione del profitto e, per ciò stesso, irresponsabile e disinteressato alle conseguenze provocate all’ambiente. Gli artisti più sensibili hanno colto prima di altri i segnali che la Terra ci manda scegliendo di uscire dagli spazi istituzionalizzati, studi, gallerie, musei, per indagare la realtà esterna e interrogarsi sul loro rapporto con il mondo della natura nel tentativo di ritrovare un equilibrio ormai perduto.
Anche Federico Seppi fa parte di quelle correnti artistiche che cercano nella natura il senso del proprio fare e del proprio essere, qui e ora. Figlio d’arte, pittore e scultore formatosi all’Accademia, si descrive come «vissuto immerso nella natura»; il suo “destino”, dunque, era già scritto, si trattava di scoprire-inventare nuove modalità espressive coerenti con la sua ricerca di una creatività non convenzionale.
Le ha trovate in un confronto diretto e privilegiato con le forze vitali della natura – fonte primaria della sua ispirazione da cui cerca di apprendere, con umiltà e fatica, le leggi che la regolano. Per fare ciò, si è dovuto liberare da sovrastrutture mentali e culturali per potersi accostare senza vincoli predeterminati alla “vera bellezza” che la natura mostra solo a chi la sappia vedere. E’ per questa ragione che in ogni lavoro di Federico, opere bidimensionali, sculture, installazioni, performance, il punto d’arrivo è sempre un’armonia compositiva che nasce dalla sintesi tra ordine e caos.
Le sue forme organiche purissime, il loro inserimento nei diversi contesti, i raffinati materiali e cromatismi, le elaborate tecniche esecutive, tutto testimonia della sua esigenza – in bilico tra Illuminismo e Romanticismo – di raggiungere una perfezione formale ed estetica che non dimentichi gli insegnamenti della Storia ma coniughi – riuscendoci magistralmente – l’Arte con la Natura.