Le opere di igor Molin, pittore e disegnatore di talento, possiedono tutte le caratteristiche per catturare immediatamente l’osservatore e stimolarne la curiosità. Innanzitutto il linguaggio figurativo (iper) realistico che presenta sempre comuni situazioni di vita quotidiana in modi inaspettati e accattivanti. Ad attirare l’attenzione contribuisce anche l’uso sorprendente del colore in tonalità pure, vivacissime e luminose, indipendenti e autosufficienti rispetto ai contenuti. La spiegazione di questa sua predisposizione per cromìe così anomale e squillanti è presto detta: Molin è di Burano, perla della laguna e labirinto inesauribile di brillanti colori sui canali, luci, riflessi e panorami. Ecco le ragioni del suo rapporto privilegiato con la ricchezza cromatica e gli accostamenti inusuali, un imprinting che gli consente di creare armonie di colori e scorci prospettici immaginari ma non irreali.

L’altra peculiarità che si riscontra nelle sue tele è la presenza delle persone, tante, sempre in esterni sotto un sole cocente (si vede e si sente il caldo!), e non solo frotte di vacanzieri ma una marea indifferenziata che sembra vagare senza senso. Anche i bambini sono un soggetto che ritorna spesso in dittici divertenti, con la loro gioia di vivere in strada, impegnati in giochi ormai scomparsi dalle nostre città assediate dal traffico. Igor indirizza il suo sguardo di osservatore curioso della realtà verso i temi che gli stanno a cuore facendo ricorso a una pittura lieve ed ironica per censurare una cultura di massa e consumistica che ha reso i luoghi storici irriconoscibili e invivibili. Egli coglie istanti dell’esistenza di un’umanità pittoresca e sbracata: donne, uomini, ragazzi, anziani, decontestualizzandoli e congelandoli all’interno di uno spazio geometrico astratto e definito da quinte colorate come un teatro della vita, su cui si riflettono le ombre di queste figure a due dimensioni. Al girovagare caotico e casuale della folla, Igor ama anche contrapporre poetici momenti di quiete o di solitudine in cui il singolo rimane solo con se stesso e i propri pensieri, sospeso nel vuoto e nel tempo.