La cosiddetta “Scuola di Caldés”, in cui la presenza di una personalità importante come Paolo Vallorz, artista già affermato che generosamente stimolava e valorizzava le potenzialità esistenti in loco, ha contribuito a portare alla ribalta artisti di talento come Mauro Pancheri, Albino Rossi, Luciano Zanoni e poi, il figlio Ivan, dando corso a un processo estremamente positivo per tutta la comunità.
Il tratto comune a tutti questi artisti è la coscienza – introiettata da sempre – della insuperabile bellezza della Natura unita alla consapevolezza di una comunanza spirituale con la realtà naturale – in tutte le sue forme – e il bisogno interiore di raffigurarli con la pittura o la scultura.
Le montagne, i paesaggi, i cieli, le cascate, le praterie, sono quelli che incorniciano la Val di Sole, a volte riconoscibili e a volte, come nel caso di Pancheri, re-inventati in quanto simbolo e metafora di una sua visione quasi mistica. Rispetto agli altri colleghi, Mauro si differenzia anche per due caratteristiche del tutto particolari: non rappresenta mai persone o animali, né nei suoi paesaggi in cui la natura regna incontrastata, né negli ambienti abitati verso cui si è orientato nelle sue opere recenti. Anzi, nei suoi dipinti egli indaga la raffigurazione di spazi architettonici vuoti e completamente slegati dalla tradizione, frutto di pura immaginazione: volumetrie geometriche minimaliste, interamente colorate di rosso sangue e immerse in una penombra intima e misteriosa. Definite da cortine murarie elementari, esse suggeriscono spazi interni ma anche interiori al di fuori del tempo in cui compaiono solo poche presenze “sur-reali” che paiono alludere a luoghi segreti dell’anima: un letto matrimoniale sfatto, le fiamme di fuochi che rischiarano la scena, aperture che conducono verso l’incognito o che guardano su un mondo esterno che a volte irrompe nella stanza. Così come nei cicli pittorici in cui Mauro ha lungamente approfondito temi (e simboli esoterici) come l’acqua, il fuoco, la terra e l’aria, alla Natura pacificata si contrappone sempre la potenza degli elementi naturali che lascia l’uomo annichilito a interrogarsi sul proprio destino.