Le opere di Robert Pan ci conducono in quel mondo magico dell’astrazione geometrica e lirica che noi già inconsciamente conosciamo poiché appartiene al nostro DNA. La felice definizione di ‘alchimista’ a cui Pan è stato accostato, rivela solo una parte del suo lavoro dato che egli si considera prima di tutto uno scultore poiché lavora sia apportando materia (resina e pigmenti), sia asportandola al fine di portare alla luce le mille texture cromatiche sottostanti. I suoi quadri sono il punto d’arrivo di una sua personalissima ‘metodologia creativa’ complessa e laboriosa che coniuga tecnologia e manualità e prevede successivi strati di resina miscelata a pigmenti, poi pazientemente levigata per svelare sotto le lucide superfici una fitta tessitura di forme corpuscolari distribuite secondo le leggi del caos. Pan entra nella profondità della massa magmatica, dura e trasparente come pasta vetrosa svelando strato dopo strato la sinfonia di colori e di luci mutevoli e dinamiche delle metamorfiche trame interne. Le superfici così ottenute risultano simili ad aggregazioni di organismi unicellulari o lamine geologiche multicolori: immagini caleidoscopiche, polimorfe, cangianti e talmente incredibili quando guardate da vicino da destare un istintivo senso di meraviglia nell’osservatore. Secondo Aristotele «Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia», un sentimento che le opere di Robert Pan sanno “naturalmente” suscitare assolvendo pienamente a quello che dovrebbe essere lo scopo più vero e profondo dell’arte.
Nelle sue “opere aperte” si condensano lo spirituale di Kandinsky e di Klee, i mosaici dorati di Klimt, le griglie ordinatrici della Bauhaus, le visioni oniriche dei surrealisti, la libertà irrazionale dell’informale, i colori della Pop art, i paesaggi psichedelici, il viaggio di Odissea nello spazio, le costellazioni del Big Bang e… tutto ciò che ognuno vi veda… Come durante l’ascolto della musica non serve ricercare significati o concetti, così di fronte alle iridescenti opere di Robert si vive un’esperienza – per il solo tramite della vista e del tatto – nell’infinitamente grande e nell’infinitamente piccolo: basta solo lasciarsi trasportare dal fascino delle sue composizioni in cui tutto scorre ed è in divenire, abbandonandosi al potere e al piacere della fantasia.