Osservando i suoi lavori è evidente come Enrico Farina sia interessato innanzitutto a quella “forma architettonica” che Le Corbusier definiva: «Il gioco sapiente, corretto e magnifico dei volumi raggruppati sotto la luce». Quelli utilizzati da Farina, però, non sono i perfetti solidi geometrici primari teorizzati dall’architetto svizzero-francese ma, al contrario, sistemi complessi e articolati con cui percorre due filoni di ricerca indipendenti – ma concettualmente coerenti – che coniugano il mondo dell’artificio con quello naturale, il microcosmo con il macrocosmo.
I modelli che Farina crea si situano a metà strada tra la scultura e la pittura perché egli non opera sulla materia plastica ma mediante l’assemblaggio di pannelli bidimensionali leggeri, rigidi o elastici, seguono due filoni espressivi. Tutte le sue opere derivano da un approccio sostanzialmente “costruttivo” nel corso del quale egli realizza i suoi complessi ‘organismi’: in quelli ‘informali’, scheletri a tutto tondo che espongono la loro nuda struttura reticolare nata da forze centrifughe e centripete che la sottopongono a complesse deformazioni, procede secondo un sistema additivo di elementi semplici con cui definisce spazi positivi e negativi. In altri invece, essenzialmente dei bassorilievi che ricordano i planivolumetrici urbanistici, organizza delle rigorose composizioni astratte caratterizzate da geometrie dinamiche accentuate sia dalle ombre portate, che creano un gioco di pieni e vuoti, sia da sobrie variazioni delle tonalità cromatiche.
In entrambi i casi si intuisce una fascinazione per la genesi di forme archetipiche sempre in bilico tra testimonianza di antiche civiltà decadute e paesaggi fantascientifici senza tempo che prefigurano un incerto futuro. Contribuisce a esaltare queste sensazioni, la scelta di Enrico di ricoprire tutte le superfici con un denso ‘intonaco’ materico trattato poi ulteriormente con delle gamme di colori che sembrano rifarsi ai quattro elementi: aria, acqua, terra, fuoco.
In ogni modo, la stella polare che guida la produzione artistica di Enrico Farina, è e sarà sempre la chiarezza compositiva e costruttiva.