A Merano Jakob de Chirico è un “personaggio” polemico, scomodo ma in fondo necessario, per ciò che ha avuto il coraggio di dire e, soprattutto, fare, nel corso della sua lunga vita di artista anticonformista, di lucido sciamano, di non allineato. Per lui, a differenza dei tanti ‘artisti-burocrati’, non c’è mai soluzione di continuità tra l’essere e il fare l’artista, tra vita e arte: «L’arte è vita. Tutto è arte».
Per uno spirito ribelle come il suo è stato naturale resistere al farsi assimilare da una società ripiegata e autoreferenziale come quella sudtirolese del recente passato. Ma De Chirico non è un apolide, al contrario, è profondamente radicato nelle due società da cui proviene, quella italiana e quella tedesca all’interno delle quali pratica un nomadismo culturale che gli consente di riconoscersi idealmente in entrambe. Sono un “bastardo”, si autodefinisce, giocando sul duplice significato della parola. In questo senso, l’anti-arte, i suoi assemblaggi con i ready-made sono debitori di ‘Dada’, le performance e l’uso del proprio corpo come medium espressivo sono figli del ‘Wiener Aktionismus‘, mentre lo humor, i non-sense, discendono direttamente dall’equazione Arte=Vita=Arte di ‘Fluxus’.
La sua formazione mentale da pensatore e attivista lo ha mantenuto sempre strettamente collegato ai movimenti culturali, politici e sociali alternativi, ripensati, metabolizzati e ‘trasformati’ in opere e azioni artistiche che esegue personalmente sotto forma di pittura, grafica, assemblaggi, performance, poesia visiva, sculture-installazioni, disegni… Un’instancabile e funambolica sperimentazione, la sua, all’insegna della “Gesamtkunstwerk“, l”opera d’arte totale’ in cui sono aboliti i confini fra le discipline artistiche, fra artista e pubblico, fra arte e vita.
In quanto intellettuale organico, Jakob rimane fermamente ancorato a temi come l’identità, la memoria, la Storia, conscio che il suo ruolo di artista è quello di rappresentare una voce critica ‘pubblica’ che si estrinseca tramite le sue azioni di denuncia e le provocazioni nei confronti di ciò che la sua visione di uomo libero e cittadino del mondo, non può, e soprattutto, non vuole accettare.