Nato più di mille anni fa, il ferro è il metallo in assoluto più usato dall’umanità, ma è rimasto marginale nel campo artistico, raggiungendo livelli pregevoli solo nelle arti applicate. E’ perciò abbastanza rara la vocazione del giovane “scultore-fabbro” Ivan Zanoni che si è dedicato a creare sculture in ferro battuto, una tecnica che impone un notevole impegno nella sua esecuzione. In realtà, il percorso di Ivan è stato condizionato dall’essere figlio di Luciano, il noto “fabbro-scultore” di Caldes, ma la sua decisione di intraprendere questa carriera non deve certo essere stata comoda (e indolore) per un ragazzo che, dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte a Trento, ha dovuto compiere una scelta difficile ma radicale (che dice molto del suo carattere) tra proseguire gli studi all’Accademia di Belle Arti oppure rimanere a lavorare nel laboratorio con il padre «per imparare il mestiere».
Prima di cimentarsi come “artista del ferro”, Ivan è dovuto diventare un bravo “artigiano del ferro”, perché la lavorazione di questo metallo richiede competenze tecniche, attitudini psicofisiche e doti etiche non comuni che si acquisiscono solo con il duro lavoro e il tempo. Il ferro va arroventato nel fuoco per renderlo malleabile e battuto con il martello sull’incudine per portarlo progressivamente alla morfologia ricercata. La tecnica lunga e laboriosa che Ivan impiega per plasmare perfettamente ogni dettaglio dei suoi manufatti, trova la sua motivazione nella profonda passione che lo spinge a rappresentare realisticamente le proprie visioni artistiche. Egli, infatti, non costruisce (come la maggior parte degli scultori in acciaio), figure geometriche ricavate da lastre piane, tagliate e saldate, ma crea un proprio mondo fantastico e poetico, popolato da animali ottenuti sbalzando plasticamente in forme organiche piastre di ferro incandescente. Una galleria di bestie possenti, fiere feroci, creature minuscole, che da sempre hanno affascinato Ivan, in cui ognuna interpreta l’essenza dell’animale tramite un processo di riduzione e sintesi che riflette la concezione dei “fabbri Zanoni” di un’arte genuina capace di emozionare, poiché antica e moderna allo stesso tempo.