Franco Pivetti è personaggio molto conosciuto per essere stato il direttore della Casa degli Artisti a Canale di Tenno, ruolo che lo ha messo in contatto con tante realtà artistiche trentine e nazionali. Sebbene lavori da sempre nel mondo dell’arte, meno note sono invece (anche a causa del carattere schivo), le sue opere come artista, molto apprezzate fuori provincia dove ha realizzato personali di ampio respiro. Parallelamente all’impegno istituzionale, Pivetti ha continuato ad approfondire la sua ricerca espressiva esplorando i temi che gli stavano a cuore e sperimentando le tecniche grafiche e calcografiche di cui è maestro. La sua formazione, infatti, è prevalentemente grafica, sorretta in questo da un talento naturale che gli consente di riassumere in pochi tratti un mondo interiore ancor oggi influenzato dalla sua iniziale adesione alla poetica surrealista. Un’esperienza questa che lo ha arricchito culturalmente e ha liberato la sua fantasia dai limiti di una figurazione realistica tradizionale. Nel corso della lunghissima carriera ha attraversato diversi periodi, sempre però coerenti con il suo approccio introspettivo che lo hanno condotto a definire uno stile estremamente personale e riconoscibile. La peculiarità del suo linguaggio è individuabile nell’estrema eleganza del disegno caratterizzato da fondi delicatamente acquerellati su cui si muovono inquietanti figure antropomorfe e zoomorfe, organismi alieni, mostri mutanti, angeli, demoni cui sono tutt’altro che estranei Eros, Thanatos, il sogno e anche l’incubo. Il segno è sottile ed eseguito con grande precisione – come un’incisione – senza incertezze, esitazioni e interruzioni in un perfetto coordinamento mano-cervello-inconscio secondo quello che i surrealisti definivano ‘disegno automatico’. Alla perfezione esecutiva e pittorica, Franco coniuga un processo creativo e inventivo totalmente libero in cui il racconto onirico si intreccia a temi di carattere storico o mitologico, che si conclude solo quando, a suo giudizio, la composizione ha raggiunto il giusto equilibrio formale.