La natura è sempre stata una fonte inesauribile di ispirazione dell’arte poiché l’uomo ritrova in essa quelle leggi che gli appartengono in quanto natura egli stesso. Questa verità è percepita dalla pittrice Elisa Zeni grazie al dono raro di una sensibilità tramite la quale può entrare in risonanza spirituale e fisica con gli elementi naturali e trasferire le sue più intime sensazioni sulla tela. Della natura ama tutto: fiori, prati, montagne, sassi, ma è affascinata in particolare dall’acqua, la sostanza più comune e, allo stesso tempo, più misteriosa a causa della sua essenza cangiante e inafferrabile.
Priva di forma e colore, l’acqua passa dallo stato liquido al solido o gassoso assumendo indistintamente tutte le forme e tutti i colori; porta la vita dentro di sé attraversando senza soluzione di continuità infinite metamorfosi che solo pochi sono in grado di percepire e rivelare con il linguaggio dell’arte. Non a caso, nei dipinti di Elisa Zeni, il confine tra figurazione e astrazione è sempre estremamente labile perché, più che dalla raffigurazione oggettiva della realtà, lei è spinta dalla necessità di manifestare attraverso le forme e il colore, le emozioni che l’incantesimo ipnotico dell’acqua – in tutte le sue manifestazioni – induce nel suo inconscio o, per meglio dire, nella sua anima.
Elisa coltiva con successo anche la tradizione del ritratto, un genere storico immeritatamente dimenticato dato che dipingere un ritratto è uno dei temi più difficili della pittura perché si deve cercare di catturare non solo la somiglianza ma anche lo spirito della persona che sta posando. A giudicare dal volto radioso della ragazza sorridente e dall’atteggiamento timido e ritroso della bimba, lei è riuscita a cogliere perfettamente le due personalità dimostrando in modo suggestivo l’attualità di tale pittura, quando eseguita a regola d’arte.