Mi ha colpito lo studio in cemento faccia a vista, interrato sotto il frutteto, che Robert Bosisio si è costruito a Trodena: la luce proveniente dall’alto dei due unici lucernari sfumava nel buio della sala proprio come nei suoi dipinti di “interni metafisici”. Il rigore minimalista Zen, dentro, e la vita rurale fuori (gerani compresi), assolutamente convincenti e coerenti con la personalità di questo pittore cosmopolita in cui convivono serenamente la cultura altoatesino-tedesca e quella italiana. Non a caso, tra gli artisti che lo hanno influenzato, egli cita Carrà, De Chirico e Morandi. Eppure, i suoi quadri in Italia sono percepiti nordici e piuttosto incolori, mentre a Berlino colorati e molto italiani. Una situazione stimolante per chi persegua un’arte enigmatica e inafferrabile.
E’ proprio nella ricchezza di riferimenti e nel suo essere uomo di “confine” che Bosisio ha trovato i fondamenti della propria pittura sviluppando una sensibilità del tutto personale nei confronti della luce e, di conseguenza, del colore, che è elemento centrale di tutta la sua ricerca artistica. Colore che, per la sua stessa natura fisica e psicologica, postula l’ambiguità di una percezione sempre in bilico tra astrazione e figurazione. Robert è un convinto assertore del primato della Pittura al punto di sottolineare come sia «importante “ascoltare“ il dipinto e lasciarmi portare dove lui vuole», proponendo così un poetico ribaltamento di ruoli e gerarchie tra l’opera e il suo autore.
Il tema del dipinto è importante ma ciò che conta è l’atmosfera irreale che si crea mediante l’indeterminatezza di una “sfocatura” soffusa in cui i soggetti perdano ogni riferimento tangibile per trasmutarsi in presenze misteriose e senza tempo, inquietanti e allo stesso tempo affascinanti. Le forme sulla tela, evanescenti, oniriche – indecifrabili da vicino – impongono all’osservatore un’interpretazione e ricostruzione concettuale della “realtà” rappresentata la quale, sembra dirci l’artista, non è ciò che ci trasmettono i nostri sensi, ma esiste solo nella mente di chi guarda.