Nascere figlio di un artista può essere al tempo stesso una fortuna e un peso: il vivere quotidianamente a contatto con una guida autorevole permette di assorbire un’atmosfera artistica in modo naturale; dall’altra, la presenza della figura di un Padre-Maestro può essere condizionante perché necessita di una maggior forza di volontà per staccarsi e volare con le proprie ali. Giorgio Conta, figlio del più noto Livio, decano degli scultori in legno (e non solo), nonostante questi lo sconsigliasse, ha voluto seguire le orme paterne e ora sta percorrendo la propria strada nel corso della quale sta sviluppando e sperimentando un linguaggio artistico sempre più autonomo e personale.

Giorgio ha frequentato la scuola gardenese che, in questi anni ha raggiunto livelli di qualità artistica e tecnica di assoluto rilievo rilanciando l’arte del legno la quale, sia a causa del materiale “naturale” che della ripetizione di stereotipi stilistici, è stata spesso vista come antitetica rispetto a un Moderno che privilegiava l’“artificiale” e l’astratto. Oggi, come dimostrano i lavori di Giorgio, la reinvenzione degli stilemi, delle tecniche, dei soggetti, ha riportato questa disciplina a pieno titolo all’interno del dibattito contemporaneo. Al contrario della pittura che consente l’accesso a una sperimentazione senza confini, la complessità della scultura (in legno, pietra o bronzo) richiede, prima di poter arrivare alla forma immaginata, oltre a un indispensabile talento naturale, anche passione  e dedizione che si apprendono solo attraverso un impegno lungo, paziente e faticoso.

A quarant’anni, Giorgio Conta, artista perfettamente padrone di tutte le tecniche e sostenuto da un’idea nobile dell’arte, ha raggiunto un grado di libertà creativa ed espressiva che gli consente di dare forma compiuta a un ricco immaginario che poggia, sia sull’intima adesione alle proprie radici, sia su valori universali quali l’amore per la Natura ma, al contempo, sempre aperto verso le altre realtà esterne, ben consapevole che l’arte è il modo per capire e migliorare il mondo.