Quando si possiedono una solida cultura storico-artistica e gli strumenti tecnici idonei, intraprendere la via dell’arte è un passo naturale, in particolare, per chi ha dedicato tutta la sua vita al restauro di opere antiche e moderne. La professione di restauratore richiede, infatti, di saper dipingere alla maniera dei pittori antichi e, al fine di ottenere il giusto risultato, di conoscere approfonditamente tutte le tecniche artistiche. L’acquisizione di queste capacità si deve coniugare con una precisione e un’attenzione per il dettaglio non comuni, assieme a un atteggiamento culturalmente rispettoso e umile nei confronti del manufatto su cui si sta operando. E’ con questi strumenti concettuali, tecnici e tecnologici, uniti a un talento innato, che la restauratrice Marta Galvan è ritornata al suo primo amore – la “pittura-pittura” – decidendo di utilizzare liberamente l’esperienza maturata in decenni di lavoro sul campo e – finalmente – lasciar correre la propria creatività personale per dimostrare a sé stessa, prima ancora che agli altri, di cosa fosse capace.
E i frutti si vedono quando, osservando i suoi dipinti, si rimane impressionati dalla qualità pittorica, ormai rara al giorno d’oggi, e colpiti dalla ricchezza dei soggetti tratti dalla storia dell’arte e ripensati in una visione attuale. La sua tecnica “alla maniera antica” contribuisce alla forma e ai significati che vuole esprimere poiché la tecnica – come nella pittura del passato – è sostanza e contenuto essa stessa. Il controllo della pennellata e del colore è evidente anche nella esecuzione di ogni dettaglio, dalle tessere di marmo al drappeggio dei tessuti i quali si trasformano in forme astratte pure.
Le opere di Marta sono al contempo classiche e moderne, nel taglio compositivo, nell’invenzione della tempera bianca su grandi tele nere, nell’uso sapiente della citazione resa intrigante grazie all’ambiguità che la permea. Il suo universo possiede il sapore antico della storia intimamente combinato a una seduzione misteriosa che inducono nell’osservatore una senso di straniamento che lo spingono a ricercarvi i messaggi palesi e occulti.