Ogni artista, a modo suo, possiede una personalità originale che lo rende unico, e Nerio Fontana non fa eccezione sia per la sua intensa passione per la bellezza – in particolare femminile – sia per il suo eclettismo tecnico e la concezione assolutamente netta sul fare arte: «Voglio solo provare delle emozioni e trarre il maggior godimento dal mio lavoro». Ancora oggi, all’età di ottantasei anni, quotidianamente traccia con il carboncino le linee nere alla ricerca di quelle emozioni che sono alla base del suo essere un artista che «privilegio per scelta e istinto la forma al contenuto».
Fontana nasce disegnatore figurativo e, anche se si cimenta nella pittura coloristica, il chiaroscuro della matita e del carboncino rimangono le tecniche fondamentali del suo linguaggio. Parlo di “linguaggio” perché mai, come in questo caso, ogni ritratto si snoda lungo la vita dell’artista come un “racconto” dei tanti momenti della vita quotidiana che lo hanno ispirato: «La realtà non cesserà mai di stupirmi con la sua bellezza e le emozioni che mi regala».
Artista poliedrico, grafico, pittore, incisore, fotografo, Nerio approfondisce anche la scultura seguendo strade non convenzionali, usando materiali industriali anomali e difficili come il gres oppure applicandola a oggetti d’uso quotidiani. Ma è la fotografia – rigorosamente in bianco e nero – il medium che gli permette di indagare la forma e le ombre del mondo in tutte le sue connotazioni uscendo dal “reale banalmente colorato” e creando immagini di una forza plastica potente, libera da condizionamenti e convenzioni sociali.
Nerio Fontana non si preclude nessuna strada, nessun soggetto è per lui indifferente o privo di qualità, sacro e profano sono categorie che l’arte non contempla perché la Bellezza ha un proprio statuto: l’Artista deve solo saperla vedere e “portarla alla luce” facendo ricorso a tutte le risorse espressive messe a sua disposizione da una storia millenaria.