L’artista rivoluzionario russo Kazimir Malevitch con i suoi dipinti visionari eseguiti nel 1915 – «espressione pura senza rappresentazione» – è il padre riconosciuto di tutti i monocromi che sarebbero seguiti. Nel corso di un secolo, però, questo “genere pittorico” che ha contato e conta numerosissimi estimatori, è andato perdendo i connotati politici originari per caricarsi dei contenuti più vari. Rolando Tessadri è un pittore trentino che da oltre venti anni realizza monocromi caratterizzati da una gamma cromatica molto ampia e da una cifra personale che li rende particolarmente identificabili: una texture definita ‘tessitura’, cioè una leggera griglia distesa sull’intera superficie della tela. Le sue opere influenzate dal Minimalismo statunitense e dalle teorie della Pittura analitica italiana degli anni ’70, sono il risultato di una tecnica raffinata e curatissima che opera all’interno di un ambito ben delimitato da cui sono programmaticamente espulse la figurazione e l’espressione. La struttura razionale che ordina e regola lo spazio indifferenziato e concettualmente illimitato dei suoi monocromi, è la griglia geometrica, organizzazione cartesiana fisica ma anche mentale di un’idea costantemente perseguita. Il processo compositivo di Tessadri si fonda su limitati elementi grammaticali di base: la superficie (forma, dimensione e orientamento), il colore (gamma cromatica ridotta e colori stesi a campiture piatte o sfumate) e la texture (a maglia stretta o larga), declinati secondo una meticolosa e sistematica progettualità combinatoria. Una pittura, appunto, analitica, in cui l’atto creativo avviene sperimentando sulla pura superficie bidimensionale innumerevoli variazioni cromatiche e tonali (a volte appena percepibili), alla ricerca ininterrotta di una perfezione assoluta.
Una risposta di Rolando è illuminante per comprendere la sua concezione di un’arte così radicale: «Non è necessario andare oltre o retrocedere, è sufficiente permanere». Vale a dire che, contrariamente a quanto si potrebbe ritenere, nel lavoro dell’artista non è tanto importante la ricerca di un tema nuovo, quanto l’impegno nell’approfondire le implicazioni e le potenzialità di quello prescelto.