Nel vasto universo dell’arte moderna, un posto centrale è occupato dall’astrazione lirica e dai due suoi maggiori rappresentanti: Vassily Kandinsky e Paul Klee che, non a caso, Anna Caser indica come propri maestri. In particolare l’arte di Klee che si sviluppa in armonia con le leggi organiche della natura, è stata introiettata e reinventata dalla pittrice grazie a una sensibilità più istintiva, mediterranea e femminile, meno vincolata dalla necessità della teoria e lasciata libera di volare.
Nelle opere della Caser è sempre presente una tenace fiducia nella possibilità di cogliere le forme nella loro sostanza primigenia grazie a una visione innocente e depurata dai condizionamenti culturali, come chi per la prima volta volge lo sguardo sul mondo alla ricerca di momenti di meraviglia. Analogamente a un brano musicale, i suoi dipinti si sviluppano come composizioni poetiche su temi astratti, in cui spesso si intuiscono anche delicate figurazioni fantastiche, sospesi nello spazio idealmente privo di confini della tela e dilatato grazie all’uso di una gamma sempre diversa di colori e scandito dal ritmo dei segni graffiti sulla superficie, quasi una “struttura formale” nascosta, libera ma sempre, però, filtrata dall’intelletto.
Lo stile personale di Anna è riconoscibile per l’accento posto sul carattere onirico e ludico delle sue atmosfere che convivono con il gioco sapiente di forme geometriche e organiche prive di peso che galleggiano in spazi rarefatti di acqua, terra e cielo dalle infinite tonalità. Si intuisce la necessità intima dell’artista di ricercare mondi spirituali inesplorati che possano comunicare serenità all’osservatore grazie alla loro Bellezza: il linguaggio è lieve, gli elementi grafici bidimensionali come la linea, i piani di colore e le figure resi dinamici mediante affascinanti gradazioni cromatiche che si combinano come tessere musive donando alla sua opera un’elegante leggerezza senza tempo.