Annalisa Filippi è una giovane che possiede tutte le credenziali da artista: Scuola d’arte, Accademia di Belle Arti, Accademia di Salisburgo, corso di perfezionamento in incisione a Urbino. E, tanto per gradire, laurea triennale in canto lirico. Tanta voglia di fare e tante cose da dire: la padronanza delle tecniche e un linguaggio personale già riconoscibile in cui si intuiscono future potenzialità tutte da esplorare. Il suo segno è libero ed è padrone dello spazio della tela, sia in quelle di grandi dimensioni, sia nei piccoli quadri allineati in lunghe sequenze di metamorfosi delle forme.
In questo suo “naturalismo organico”, Annalisa mantiene sempre uno stretto legame con la tradizione alta della pittura, come se il costante riferimento alla figura umana fosse necessario alla sua ispirazione. In questo suo metodologia consolidata, spesso però irrompe un linguaggio informale che decostruisce e contesta una struttura compositiva organizzata introducendo stimolanti e imprevedibili sviluppi di libertà irrazionale. Solo dopo aver trasferito di getto l’idea con il carboncino, l’artista passa al colore che diventa così, complementare e conclusivo: il segno è nervoso, energico seppur abbozzato con linee leggere che alludono a temi o soggetti successivamente definiti e ritagliati nello spazio mediante le ampie e veloci campiture liquide.
I dipinti sono popolati da figure umane distinguibili o da organismi vagamente antropomorfi che, galleggiando in atmosfere fantasmatiche, vagamente gotiche e inquietanti, si trasformano in pure forme astratte. L’insieme è sempre caratterizzato dal movimento, da un vortice dinamico che sprigiona una vitalità e una volontà narrativa cui forse non è estranea anche un’armonia musicale interiore.