Roberto Perini pratica l’antica arte del disegno, arte oggi in parte sottovalutata perché soppiantata dalle tendenze più astratte che privilegiano un filone concettuale, analitico e emotivamente freddo. L’arte contemporanea, infatti, è non oggettiva, rarefatta, riduzionista e antinaturalistica al contrario di quella di Roberto che è fantasiosa, figurativa, organica, ricca e vitalistica.
Nonostante, e forse, grazie a questo suo essere ‘fuori’ dalle correnti alla moda, le sue opere possiedono una forza immaginativa e una vena fantastica – se non fantascientifica – che, unita ad una tecnica grafica sapiente e raffinata, possiedono la capacità di coinvolgere e affascinare. Nei suoi racconti visionari su carta, mai ripetitivi o prevedibili, si intravedono mondi in cui natura e artificio si intrecciano strettamente e profondamente, si intuiscono presenze zoomorfiche, antropomorfiche o sovrannaturali che restituiscono l’idea di un universo complesso in cui tutto si tiene in un divenire continuo e ininterrotto.
Persona seria, sobria e riservata – anche troppo vista l’enorme mole di lavoro svolta nel corso di 40 anni e le poche mostre realizzate per farlo conoscere – Roberto è un artista vero a tempo pieno e a tutto tondo perché il suo modo di guardare la realtà che lo circonda, anche la più semplice e vicina, è pretesto e spunto per un infinito repertorio di figure e di esseri animati e inanimati.
I suoi corposi taccuini sono veri e propri diari di studio redatti secondo un metodo quasi naturalistico, frutto di anni di osservazioni “en plein air” (come i pittori impressionisti), pazientemente e ordinatamente compilati pagina per pagina con dettagliati schizzi colorati e commentati con note, osservazioni e pensieri simili a poesie. Roberto vi illustra con la massima cura sensazioni, idee e stimoli ricavati nel corso delle sue esplorazioni, materiali che poi recupera e rielabora in studio filtrandolo attraverso un’interiorità profonda che ricerca la poesia dietro il mistero della vita.