Gianluigi Rocca è un artista che ha raggiunto la notorietà per diverse ragioni: perché pochi padroneggiano l’arte del disegno come sa fare lui, perché è un ‘personaggio’ con una storia personale del tutto particolare che affascina e, infine, perché la sua arte e la sua vita sono coerentemente intrecciate tra loro senza soluzione di continuità.
Chi, come lui, ha vissuto fin da bambino la dura vita del lavoro di montagna, non potrà mai prescindere da queste esperienze formative del proprio carattere, della propria sensibilità e weltanschauung. Infatti, il suo passaggio ad un’attività intellettuale a tempo pieno non ha cancellato la memoria e la nostalgia di quel mondo pastorale governato da leggi che provengono dall’inizio della civiltà.
E’ proprio dalla sua storia personale che nasce la necessità di raccontarsi attraverso i piccoli oggetti quotidiani del passato, assolutamente privi di valore ma tuttora impregnati di significati simbolici e sentimentali: la ‘roba’ diventa protagonista delle sue nature morte raccontando di persone e di mondi scomparsi o che stanno scomparendo.
Gianluigi Rocca, è un romantico perché, attraverso i suoi disegni perfetti che “ricreano” atmosfere ed emozioni perdute, è alla ricerca di un modello di bellezza senza tempo in cui anche la realtà più cruda sia in grado di dare un senso alla vita dell’uomo.
Ecco, quindi, i disegni di oggetti d’uso poverissimi: ciotole, piatti sbeccati, tazze di metallo smaltato, vecchie stoviglie e scarponi scalcagnati, oppure animali, tanti animali, tutti con una personalità, un’anima. Non uno stucchevole ammiccamento al ‘trentinismo’, ma vere e proprie composizioni classiche in cui anche le cose più umili acquistano il valore di simboli perché l’arte ha la capacità di trasmutare il reale nel meraviglioso. Gianni vanta anche un altro grande merito: piace alla gente comune e ciò dimostra che la vera riconoscibilità di un artista è ancora, e nonostante tutto, la qualità.