Sono molti i diplomati dell’Istituto d’arte di Trento che ricordano con piacere gli insegnamenti del loro professore di Disegno dal vero; e anzi, in alcuni, diventati artisti a loro volta, si può ancora riconoscere il particolare stile grafico appreso da Bruno Degasperi.
Degasperi, infatti, è prima di tutto disegnatore e, ancor oggi, questo è il linguaggio che predilige e meglio gli permette di esprimere la propria personalità. Non perché nelle sue opere il colore sia secondario o subordinato al segno, ma solo perché l’artista, sia per questa sua attitudine naturale, sia per il successivo lavoro di insegnante e la ricerca scaturita dalla lezione di Paul Klee, ha affinato e portato ad una immediata riconoscibilità la sua tecnica personale di rappresentazione grafica.
Uomo del fare e trentino verace, Bruno non ama parlare troppo di sè stesso e preferisce far parlare le proprie opere che, cariche di spunti e di stimoli, necessitano di un approccio visivo e anche tattile approfondito per comprenderne la complessità pittorica e materica; in particolare, in quei personali effetti che simulano illusoriamente una tridimensionalità inesistente. In tutti i lavori, inoltre, sono sempre riscontrabili l’adesione alla realtà e l’interesse per tutte le sue manifestazioni sia organiche che inorganiche. La padronanza del mezzo tecnico, sia del disegno come della pittura, dell’affresco o dell’incisione, gli consentono di operare nell’immediatezza del gesto libero, veloce, ridondante perché privo di ripensamenti, sul colore steso sulla tavola. Centralità del segno, rapidità del tratto e ricchezza esuberante sono la cifra distintiva che connota i dipinti di Degasperi perché caratteristica della sua lunga attività artistica è la capacità di sperimentare indifferentemente, e con eguali risultati, sia il linguaggio figurativo della classicità sia quello astratto della modernità.