Con questa seconda mostra intitolata “Le città visibili e invisibili” prosegue il fruttuoso rapporto di collaborazione tra FIDA-Trento e Regione Trentino-Alto Adige. Questa collettiva che vede presenti sette artisti di varie formazioni culturali e diversa notorietà, si ripropone di ricordare che quest’anno ricorrono i 40 anni dalla pubblicazione del libro di Italo Calvino “Le città invisibili” per l’editore Einaudi. Questo omaggio è stato integrato con un secondo tema, “le città visibili”, che contribuisce ad arricchire e ad ampliare l’argomento in una dialettica aperta alle più varie interpretazioni.
La città è stata definita “cultura pietrificata” nel duplice senso che è il risultato stratificato nei secoli di civiltà spesso antichissime e, anche, che la cultura di una comunità viene rappresentata attraverso le forme fisiche costruite (i pieni degli edifici) o gli spazi vuoti (strade, piazze ecc.) e dai loro rapporti. Non esiste una città uguale all’altra, né sul piano architettonico e urbanistico, né per quanto riguarda la specifica “personalità” che è l’espressione diretta della Storia, sua e dei suoi abitanti. Per il loro sviluppo orizzontale e verticale fuori scala le metropoli vengono spesso descritte come dei moderni labirinti in cui l’uomo vaga solo tra la folla. Gaber cantava: “...Com’è bella la città, com’è grande la città, com’è viva la città, com’è allegra la città. Piena di strade e di negozi e di vetrine piene di luce, con tanta gente che lavora con tanta gente che produce. Con le réclames sempre più grandi, coi magazzini le scale mobili, coi grattacieli sempre più alti, e tante macchine sempre di più…”
Come un organismo vivo, le città possiedono mille facce, colori, suoni e odori che si trasformano durante il giorno e nel corso del tempo, “costruendo” a loro volta delle mappe mentali e psichiche che connotano i luoghi e, il vero viaggiatore, è proprio chi riesce a cogliere il loro genius loci.
I sette artisti hanno creato, ognuno secondo la propria sensibilità e attraverso gli strumenti tecnici propri, il loro punto di vista su un tema non facile privilegiando, chi il visibile, chi l’invisibile e chi il confine ambiguo che corre tra i due e dove la città diventa sogno o incubo. Crediamo che le opere esposte contribuiranno ad arricchire l’immaginario collettivo fornendo diverse chiavi di lettura, estetiche o concettuali, utili per comprendere l’infinita complessità delle più grandi costruzioni realizzate dall’uomo nel corso dei millenni.