IMMAGINI SOSPESE

Aldo Nardi

Se osserviamo i quadri del pittore e architetto Paolo Tomio, il pensiero va subito all’interrogativo posto da Heidegger se sia possibile o meno accedere all’opera in sé stessa. Si tratta di  una questione di non facile soluzione dal momento che, perché ciò riesca, occorrerebbe poter eliminare tutti i rapporti che l’opera ha con ciò che essa non è, in modo che possa riposare in se stessa (che è poi lo scopo che si prefigge l’artista). Tuttavia Tomio si cimenta con un’esperienza di “arte digitale”, ovvero con una forma espressiva che non è stata ancora universalmente accettata perché, appunto, si serve del computer. Naturalmente si tratta di una impressione errata poiché in questa come in altre forme artistiche c’è l’idea creativa, l’ampia gamma di tecniche, il tentativo comunque apprezzabile di affrontare l’imperante ubiquità linguistica nelle nuove frontiere della comunicazione.

L’arte di Paolo Tomio si salda pertanto a quel ricco filone di esperienza che, dai frattali ai fotoritocchi, ha trovato largo impiego nella pubblicità  e nel cinema (si pensi alle opere di Tommaso Marcolla, Michael Kutsche e Riccardo Paci, solo per citarne alcuni). In Tomio forme e colori sono elaborati con abilità compositiva sicché l’effetto che se ne ricava è comunque quello di un’immagine sospesa, leggera nella quale il nostro guardare si perde tra volute e trasparenze, tra silenzio e movimento, tra esterno e interno, tra limite e insondabile.

 

ARTISTI: Anna Caser – Alessandro Goio – Cristina Moggio – Renato Reigl – Paolo Tomio