Copertina e apparato grafico Paolo Tomio
Artisti: Silvio Cattani, Sergio Dangelo, Annamaria Gelmi, Rudolf Haas, Lome, Shuhei Matsuyama,
Aldo Pancheri, Lucia Pescador, Paolo Tomio, Silvia Turri, Walter Valentini, Paola Zimmitti
ARTE TIMBRICA
Aldo Pancheri
In un pensiero di T.S. Eliot si potrebbe inscrivere il significato di questo evento: “Tutto lo scopo del nostro viaggio sarà di ritornare al luogo da cui siamo partiti e rivederlo con occhi nuovi”.
Quest’esposizione, che vuole essere la prima di una serie di esposizioni anche a livello internazionale, ha come proposito di creare un percorso basato sul dialogo di artisti che operano mediante un medium non mai evidenziato in questo modo. In partenza potrebbe sembrare un’alzata d’ingegno valida soltanto per chi la ha avuta.
Data la vastità del globo terracqueo e la pressoché infinita espansione dei nuovi mezzi di comunicazione è chiaramente possibile che, per quante ricerche abbia svolto in proposito, cifre o segni possano essere stati usati ed essere usati al presente in qualsiasi punto di qualsiasi Paese.
Gli “occhi nuovi” sono la consapevolezza di poter dialogare su questo tema con altri artisti e di creare un’aggregazione fino ad ora evidentemente non esistente né in sedi pubbliche, né nel mercato dell’arte, né nella nostra consapevolezza e conoscenza di storia.
All’incontrario il punto di forza di arte timbrica è l’aggregazione di artisti di diversa estrazione e di diverse regioni del mondo. Doversi servire di un timbro in un’opera d’arte a prima vista può sembrare limitativo ma il limite è anche il vantaggio.
Le opere esposte hanno in comune la loro unicità, in quanto l’artista stesso non potrebbe, nemmeno se volesse, ripetere la stessa opera, un po’ come qualsiasi opera creata manualmente. Basta una pressione un po’ più forte o un po’ più leggera, un diverso angolo di incidenza e anche andando a registro con l’aiuto di linee di contorno, il timbro non risulterà mai eguale. Ciò che più conta pero è che ogni artista pur servendosi di questo mezzo rimane se stesso e evidenzia forse ancora di più la propria personalità.
Con questa esposizione di opere su carta inizia un viaggio di cui non sappiamo naturalmente il percorso ma che ci auguriamo entusiasmante e imprevedibile per tutti coloro che vi partecipano o vorranno partecipare in futuro.
In questa partenza troviamo artisti di diverse matrici culturali e diversi percorsi, alcuni anche a livello internazionale e arricchiti dall’amicizia con artisti assolutamente storicizzati quali Max Ernst, di cui Sergio Dangelo ricorda: “Mi stimava, tanto che arrivò a dire dei miei quadri: queste sono le opere che farei io se avessi la sua età”.