0. librinfiniti COPERTINA small

Copertina sviluppata di una “Cromoforma” – E’ possibile piegarla per ottenere una “forma chiusa infinita”, priva di inizio o di fine e di un interno o un esterno

CROMO-FORME

LIBRINFINITILIBRINFINITILIBRINFINITILIBRINFINITI

Libro artistico per artisti

Paolo Tomio

ISTRUZIONI PER L’USO

Seguite attentamente le indicazioni che seguono:

sono indispensabili per comprendere il senso dei

LIBRINFINITILIBRINFINITILIBRINFINITILIBRINFINITI

Però, se non riuscirete a coglierlo, non scoraggiatevi.

Potete sempre fare una bella “figura”

“L’arte è un modo di vedere il mondo”

Non chiedetevi cosa questo libro può fare per voi,  ma quello

voi potete fare con questo libro

Il libro non ha né un inizio né una fine

E’ un libro “aperto” a tutto

I contenuti sono nel contenitore

Sviluppare le forme sviluppa la fantasia

Gli sviluppi sono complessi, imprevisti, imprevedibili

Un libro per la meditazione

Siate realisti: sognate!

Un libro caleidoscopio

Percorsi labirintici cromatici

Il libro che piace anche ai daltonici

Il mondo della figura tra le mani

Il libro delle libere combinazioni

Trova le combinazioni possibili. E anche impossibili

Processi morfogenetici ad alto quoziente estetico

Scomposizioni Composizioni Posizioni

L’arte combinatoria del bello

Libere forme in libera associazione

Caos e caos convivono logicamente

Affidatevi al caso se volete certezze

Giochi intelligenti per adulti intelligenti

Il gioco delle forme o le forme del gioco?

Siate adulti: giocate!

Costruite la cromo-forma in cui vi riflettete

Il libro che trasporta, gratis, nella dimensione onirica

Quest’opera vi darà il meglio di voi stessi

LIBRINFINITI in cui

davanti, dietro, sopra, sotto, dentro, fuori, prima, dopo

non hanno più senso

COPYRIGHT Paolo Tomio – ott. 2011 – Trento

2011 IL LIBRO CHE NON C’E’, Collettiva FIDA – Trento

BOOKIQUE Caffè letterario Via Torre d’Augusto, 29 – Parco della Predara – Trento

Una iniziativa volta a reinventare la copertina o il testo di uno o più libri. All’evento aderiscono 20 artisti della FIDA – Federazione Italiana degli Artisti  presentando un’opera ciascuno, legata al libro inteso come oggetto d’arte, in totale libertà tematica, espressiva, dimensionale e tecnica. Un lavoro dipinto, piuttosto che scritto, inventato ovvero basato su un testo reale pubblicato e per l’occasione, rivisitato o semplicemente rivestito, un libro di 1 pagina o di 100, un pezzo d’arte da leggere, appoggiare, appendere, sfogliare e, soprattutto, da guardare.

 

Il libro può essere strumento, se si guarda ai contenuti, sia esso rotolo, volume oppure e-book. Diventa simbolo quando è la sua dimensione estetica ad essere premiata. Allora ha un forte potere evocativo come fonte inesauribile di idee e mezzo fondamentale per la diffusione della conoscenza e dei linguaggi dalla grande forza espressiva.

Il progetto “Il libro che non c’è” ha avuto come filo conduttore la creazione di opere d’arte con contenuti sociali, poetici, visuali e concettuali extra-ordinari: è in questa forma che il libro d’artista è stato divulgato in ambiti artistici diversi e in paesi di tutto il mondo. Gli artisti hanno donato all’evento l’essenza del contenitore di linguaggi, che ha sempre in sé qualcosa di magico. Vengono presentati libri di meraviglia, coinvolgenti, capaci di produrre stupore, veicoli di numerosi significati esperienziali. A dispetto del titolo, che evoca “qualcosa che non c’è”, questa è una mostra da toccare con i cinque sensi, da sfogliare con la fantasia, da conoscere liberamente per lasciarsi emozionare. L’esposizione si tiene nel suo luogo vocato, il caffè letterario, che è sia laboratorio artistico che centro culturale, due spazi che convivono simultaneamente oppure in momenti diversi rendendo semplice e spontaneo l’avvicinamento del pubblico all’arte, alla musica, alla cultura e alla produzione creativa. Ogni libro in mostra è l’espressione evidente di qualcosa di misterioso che, pensato ed ideato dall’artista, non aspetta che di essere svelato per dare senso e completezza all’apparenza.

Ma come nasce il libro d’artista? Il suo precursore apparve nel 1897 con Un Coup de dés jamais n’abolira le hasard di Stéphane Mallarmé, dove gli spazi bianchi si fanno pause di silenzio intorno alla frase. Contrariamente a quanto sostiene chi riconosce la paternità del libro-oggetto al Futurismo, nell’ambito delle avanguardie storiche si possono rintracciare piuttosto altre premesse al libro d’artista, ad esempio nelle forme ibride di Depero futurista o nelle Lito-latte di Tullio d’Albisola: ma si tratta di non-libri, uniformati alla rivolta delle parolibere e al mito della macchina.

Il libro d’artista nacque negli anni Sessanta: veniva realizzato in tiratura illimitata su carta ordinaria e con i mezzi della stampa industriale come prodotto della democratizzazione dell’arte. Nacquero i multipli, le combinazioni di tecniche ed espressioni appartenenti a sfere linguistiche differenti con la dematerializzazione del prodotto artistico. Il nuovo clima culturale rifiutava i libri ma, come era già successo al Futurismo paroliberista con il libro-macchina, dalla negazione nacque l’antilibro, il libro d’artista.

Su tutt’altro piano si pone l’ironia teorizzata da Robert Venturi: con Fluxus il libro viene sottoposto ad incredibili modificazioni che lo trasformano, grazie alle infinite opportunità espressive offerte dalla multidisciplinarietà, in contenitore e testimonianza di eventi, happenings e performance. Perde la sua forma tradizionale, dilatandosi. Con Twentysix Gasoline Stations, Ed Ruscha compie l’atto di nascita del libro concettuale. La fotografia si sostituisce al segno e alla parola nella funzione narrativa dell’opera. L’uso della fotografia si diffonde anche nella land art, nella narrative art, nell’arte povera e minimal. La scrittura e la parola perdono d’importanza arrivando ad eclissarsi mentre all’opposto i concretisti conducono una ricerca sulla poesia e sull’isomorfismo.

È in Italia che il libro d’artista si trasforma in libro-oggetto con Gabbianoteca/Un libro galleggiante del 1952 di Carlo Belloli, in copia unica, e i Libri cancellati di Emilio Isgrò del 1964. I libri-oggetto o libri-scultura sono pezzi unici, realizzati nei materiali più disparati e che si rifanno all’aspetto del libro, non prevedendo necessariamente l’inserimento delle pagine. Il libro-oggetto può essere sia d’invenzione che un volume già esistente, cui l’artista sottrae la possibilità di essere letto.

In “Il libro che non c’è” si trova tutto questo; si spazia dalla relazione fra scrittore e artista nell’ambito dell’illustrazione, alla realizzazione di libri d’artista e libri-oggetto, fino alle contaminazioni del design e alla nuova soglia dell’arte, che uscendo dall’esercizio del reale e del rappresentativo affronta oggi la dimensione del virtuale.

Paolo Zammatteo