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Copertina e apparato grafico di Paolo Tomio

 

MORFOGENESI LUMINOSE

Paola Pizzamano

 La ricerca di Paolo Tomio sviluppa le potenzialità delle tecnologie digitali per elaborare opere caratterizzate da forme derivanti dalla geometria. Il suo obiettivo è la raffigurazione di sistemi complessi, grazie ad uno studio accurato sulle metodologie della creazione-progettazione artistica nel solco della riproducibilità tecnica dell’opera d’arte. Da questi presupposti nasce il ciclo Morfologie luminose: forme astratte che crescono nello spazio, spesso lo debordano, in modo spontaneo e imprevedibile. Per certi aspetti queste forme fluttuanti o sospese nello spazio, delimitate da linee sinuose, nell’apparente ordine, a volte decorativo, in altre plastico, sono frutto del fluire spontaneo e magico della creatività.

Tomio è affascinato dal gioco imprevedibile della forma e del colore che nel caos prende consistenza di un sistema esplorato nel rappresentare il rapporto tra spazio-luce. Se da una parte la pratica di architetto lo induce all’uso sapiente del tratto, inseguendo una concezione architettonica-geometrica nel definire in modo chiaro le forme, dall’altra l’istinto creativo lo porta a scegliere e abbinare colori cangianti come espressione di una libertà e casualità solo apparente.

Egli coniuga così gli elementi del linguaggio pittorico con l’intento di costruire universi sospesi, rarefatti, caratterizzati da linee sinuose che si intersecano, creando forme immerse nei colori. In tal senso la ricerca di Tomio si pone quale sintesi che richiama frammenti di memoria, passioni, pulsioni, da Schiele a Depero; vale a dire stimoli di un universo espresso con rigore e creatività incessanti. Questo opere sono quindi testimonianze di un percorso che sempre più va alla ricerca di nuove sperimentazioni.

Anche gli Arazzi, una sorta di quadri, fanno parte di un ciclo dedicato all’elaborazione di forme morbide e volanti, sospese nello spazio e in continua trasformazione o crescita.  

E’ la vita che scorre nelle sue opere costituite da intrecci caldi, profondità blu, ma anche colori vividi o cangianti, forme liquide e organismi astratti, in un continuo giustapporsi e sviluppo di elementi geometrici che l’artista definisce: “crescite abnormi”. In queste opere Tomio sviluppa il filone metafisico, nell’evocazione di realtà fantastiche e multiple, che apparentemente sembrano frutto di un intento decorativo mentre esse si calano nel mondo del fascino della scoperta e della libertà espressiva. Nel titolo degli arazzi: Il parco delle meraviglie, egli afferma tale orientamento come tema conduttore di queste opere dai colori acidi e squillanti, ispirandosi all’opera di Fortunato Depero.

L’intento finale evidenzia l’incalzare della sperimentazione tecnologica sui sistemi caotici, che dà origine ad una ricerca di forme astratte, libere di evolversi nella spontaneità del gesto e che ne definiscono lo spazio.

Nell’adozione di un processo iterativo, di opera in opera, si manifesta così il forte momento creativo che sembra suggerire nuove evoluzioni delle forme, come nella natura evocandone la linfa vitale, in una sorta di auto-riproduzione infinita.

Le sue opere possono essere anche interpretare come fasi di un sistema dinamico che nasce da un’imprevedibilità apparentemente casuale in grado di evolversi con sicurezza nel tempo. Così le forme simili, ma mai uguali, emergono e si materializzano senza sosta, a volte si piegano acquistando volume e come figure frattali creano un senso di movimento.

Il cadenzato fervore creativo di Tomio punta proprio sulla ciclicità dei motivi, che potrebbero essere intesi come metafora della vita.