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FOLLI BANDERUOLE

Un giorno sono a destra e, poco dopo, a sinistra. Si fermano solo quando non c’è più chi le spinge. E, quando cominciano i tempi difficili, non sanno più che verso pigliare: indecise a tutto, si adeguano in un attimo a come tira il vento.
Non stiamo parlando dei politici, abituati a galleggiare in tutti i mari, ma delle banderuole, quelle romantiche sagome ritagliate che si vedono ancor oggi in controluce sul colmo delle coperture di vecchi edifici e palazzine eleganti. Fortunatamente, ancora molto diffuse nei paesi di montagna dove è rimasto il piacere semplice di adornare il tetto della propria casa con i simboli di una magia antica e pagana.
Anche le banderuole hanno un dritto e un rovescio, un positivo e un negativo, una destra e una sinistra, tranne che nessuno è in grado di distinguerle, almeno fino a quando si trovano in cima all’asta dove svolgono il loro lavoro senza un attimo di pausa. Solo quando cala del tutto il vento e l’aria è morta, allora la banderuola si ferma in una posizione casuale, mai la stessa, rendendosi finalmente riconoscibile anche a distanza.
Generalmente piatta, bidimensionale, perché realizzata ritagliando e unendo tra loro figure di lamiera, qualche volta è una vera e propria scultura in metallo naturale, colorato, più raramente dorato. Essa ci riporta a un tempo in cui i barometri erano rari e le “previsioni meteo” di là da venire. La gente si ingegnava e doveva imparare a prevedere i cambiamenti del tempo scrutando con attenzione la banderuola e mettendola in relazione con gli altri elementi atmosferici: colore del cielo, tipo di nuvole, temperatura percepita dalla pelle (altro che termometri). Insomma, l’uomo, cittadino o villico che fosse, sapeva interpretare la natura che lo circondava attraverso i mille segnali che essa mandava, per poi regolarsi di conseguenza. Non era una scienza esatta, ma permetteva a tutti di conoscere e interpretare empiricamente il proprio mondo.
Così l’uomo ringraziava (o si ingraziava) la Natura issando sui tetti le figure di tutti gli animali che facevano parte del sua vita quotidiana e facendoli volare su se stessi nel vento: galli portafortuna, galline, cavalli e cani, maiali, mucche, volpi, castori, uccelli che parevano sfrecciare nel cielo, cervi, pecore, mufloni, addirittura pesci, balene e altro ancora.
Erano altri tempi: si viveva nella natura e con la natura, e anche il bello era più “naturale”.